lunedì 11 giugno 2018

#Step13 - Sintesi finale

Questo blog si è concentrato sull'analisi del brevetto di Driscoll e Schmidlin riguardo i miglioramenti apportati ai lampioni stradali : il loro obiettivo è quello di inserire, nella cornice che funge da collante tra i vetri, o sui vetri stessi, l'indirizzo e il numero civico dell'edificio più vicino al lampione.
Essi non danno indicazioni sui materiali da utilizzare per i lampioni, i quali durante questo periodo erano costituiti da ferro e da vetro : l’indirizzo e il civico da inserire potevano essere dipinti, fatti di vetro o, come sottolineano gli inventori, ottenuti con un qualsiasi materiale che sia conveniente. Questo è molto indicativo: il miglioramento che introducono deve permettere alle persone di orientarsi nella notte ma allo stesso tempo deve guardare all'economico, per coniugare la praticità e il risparmio.
Riguardo gli inventori non abbiamo notizie biografiche ma sappiamo che i due hanno lavorato insieme nello sviluppo di un altro brevetto sui lampioni, datato 1870, che riguarda il riflettore, strumento che permette di amplificare l’intensità luminosa.
Essi quindi percorrono la strada dell’evoluzione dell'illuminazione, già da secoli percorsa da altri uomini : dall’uso delle lucerne si passa alle torce e alle candele fino a giungere, anche grazie agli sviluppi della chimica, alla luce ottenuta con la combustione dell’olio e dei gas (Filippo LeBon sarà fondamentale in questo ambito). Era necessario inserire degli strumenti che permettessero ai viandanti di poter camminare tranquillamente per strada anche di sera, quando all’epoca ladri e assassini si aggiravano nelle vie buie della città.
L’evoluzione dei lampioni passa per le lampade di Argard, di Proust fino a giungere a Murdoch che sfrutterà la combustione del carbon fossile : l’intensità luminosa incrementa sempre di più mentre il consumo di materie prime e di energia viene diminuito.
E con lo sviluppo dei lampioni vale la pena anche ricordare una nuova figura sociale, quella del lampionaio, il quale aveva il compito di accendere i lampioni quando calava la sera. Le innovazioni interesseranno anche questa figura che, prima con una scala, successivamente con la lampada d’accenditore riuscirà ad illuminare i vicoli delle città.

Il brevetto analizzato è datato 1870 : si inserisce, quindi, in un clima di innovazione dovuto, tra l’altro, alla rivoluzione industriale che aveva caratterizzato alcuni decenni prima tutto il mondo. Il fervore dovuto alle nuove scoperte e alle nuove invenzioni accelererà il processo di industrializzazione e di sviluppo tecnologico.
E’ l’Ottocento il secolo delle macchine, delle innovazioni, dell’introduzione dell’elettricità: e anche i lampioni saranno investiti dall’utilizzo di questa nuova forma di energia: Davy, Edison, Cruto sono solo alcuni degli inventori che saranno fondamentali per la nascita dell’illuminazione elettrica che caratterizzerà i decenni successivi. 
Verranno prodotte lampadine sempre più efficienti e meno dispendiose in termini di energia, fino a giungere ai giorni nostri, dove le moderne lampadine a LED permettono consumi contenuti a parità di intensità luminosa (la sfida all’efficienza e al risparmio interessa tutt’oggi le lampadine a LED che subiscono ogni giorno delle innovazioni. Il mercato è molto vasto e quindi la concorrenza, forte).
Entrando nell’ambito artistico, lo sviluppo dei lampioni sarà fonte di ispirazione per diversi artisti e in particolare per diversi pittori che non esiteranno a cogliere nelle proprie opere le atmosfere che, con il calare del sole, i lampioni creano: Daumier, Van Gogh, Pissarro saranno testimonianze dei giochi di luce-ombra ai quali i lampioni danno vita. Ricordiamo anche Balla che, così come gli altri Futuristi, esalta il progresso e la <Civiltà delle Macchine>.
Nel blog è stato inserito anche un approfondimento riguardo l’illuminazione pubblica a Torino : la Ville Lumière italiana infatti ha avuto un ruolo di primo piano nello sviluppo dell’illuminazione. Cruto accenderà la prima lampadina nel 1880 all’Università di Torino e sarà il fondatore di una fabbrica di lampadine elettriche che alimenteranno la città: sarà l’inizio del processo che porterà Torino ad essere un’avanguardia delle città europee.
Ad oggi i lampioni fanno parte della nostra quotidianità e molto spesso neanche ci rendiamo conto della loro presenza : in molti casi sono stati mantenuti lampioni antichi in grado adesso di sfruttare l’elettricità, in altri casi, invece, lampioni sempre più moderni ed efficienti permettono di illuminare le città di notte.

Di seguito ho inserito una mappa interattiva con le principali città (e relative informazioni) trattate in questo blog :

venerdì 8 giugno 2018

Step#12- Il lampione nella quotidianità

I lampioni ai giorni nostri sono parte integrante dell'urbanistica : essi, oltre a essere fonte di luce costituiscono veri e propri elementi di decoro per le città .
Ho deciso di inserire in questa raccolta delle immagini di diverse città europee dove i lampioni sicuramente non passano in secondo piano.


Torino, Piazza San Carlo

Torino, Piazza San Carlo










Milano, Piazza Duomo


Napoli, Castello Dell'Ovo

Londra, vista sul Big Ben
 
Verona



Reggio Calabria, Lungomare, vista sull'Etna
Barcellona , Plaça Reial
Lampione di Gaudì

Bologna, Piazza Maggiore

Parigi, Ponte Alessandro III
vista sulla Torre Eiffel








































La raccolta di immagini potrebbe continuare, ma di seguito inserisco delle foto di lampioni più moderni dei precedenti che si possono trovare dappertutto:

 



mercoledì 6 giugno 2018

Step#11 - Abbecedario

A come Address
B come Brevetto
C come Cruto
D come Driscoll
E come Edison 
F come Fiamma 
G come Gas
H come  Halo (Alone di luce)
I come Illuminazione
L come Lampioni stradali 
M come Miglioramento
N come  New York (città natale di Driscoll)
O come Olio
P come  Plate
Q come Quartiere
R come Reflector
S come Schmidlin
T come Tronco di piramide
U come U.S. Patent Office
V come Vetro
Z come Zona illuminata

martedì 5 giugno 2018

Step#10 - Pubblicità nell'intorno dell'invenzione

Abbiamo sottolineato più volte che il brevetto di Schmidlin e Driscoll non parla di una vera e propria invenzione ma introduce un miglioramento alle lampade stradali.
Si tratta comunque di strumenti indirizzati all'illuminazione pubblica quindi non troviamo informazioni con lo scopo di divulgare l'invenzione. 
Ad oggi però i lampioni vengono usati molto spesso anche soltanto come oggetti di arredo e decoro, soprattutto nei giardini esterni. E' per questo motivo che diverse imprese pubblicizzano i loro lampioni. Di seguito alcune immagini a scopo pubblicitario: 


      


Negli ultimi anni invece molto più diffusa è la pubblicità che si concentra sulle lampadine : l'efficienza e il risparmio fanno si che questi strumenti subiscano delle continue trasformazioni ed innovazioni. 







Step#8, Step#9 - Gli inventori e le imprese assegnatarie dell'invenzione

Il brevetto (n° 117,470) di William Schmidlin e Jeremiah Driscoll, datato 25 Luglio 1871, non viene assegnato ad alcuna impresa : possiamo quindi concludere che gli inventori sono anche gli assegnatari  stessi del progetto.
Riguardo Schmidlin e Driscoll non abbiamo notizie biografiche, né essi vengono citati nei documenti e nei libri dell'epoca. Sappiamo però che i due, prima di pubblicare il suddetto brevetto, avevano già lavorato insieme : nell'ufficio brevetti degli Stati Uniti troviamo il brevetto n° 33,962 datato 1 Febbraio 1870. 
In questo brevetto (clicca qui per  visualizzare l'originale) essi si dedicano ancora una volta ai lampioni introducendo una nuova invenzione : l'utilizzo di un riflettore per aumentare l'intensità luminosa.

Il riflettore era stato ideato inizialmente per i lampioni stradali a gas : due supporti e delle viti collegavano il riflettore (figura 2, d) al becco da dove fuoriusciva la fiamma (a). Essi descrivono accuratamente il riflettore, che doveva servire appunto a riflettere la luce (dovuta alla combustione) verso il basso, ai piedi del lampione stesso e quindi sulla strada. Il riflettore, affermano gli inventori, deve essere ricurvo (figura 2, essi parlano di sezione parabolica) e costituito da stagno o da una lastra lucida, anche se altri materiali possono essere adoperati. 
Successivamente essi affermano che questo riflettore può essere usato in qualsiasi tipo di lampada a gas e in particolare propongo una soluzione per i lampioni che si trovano agli angoli della strada : al riflettore sovrastante la fiamma possono essere sostituiti dei riflettori  posti in maniera perpendicolare tra di loro (nella figura 1 vengono rappresentati due dei quattro riflettori , c e d) ai lati della fiamma, in modo che la luce si diffonda nelle quattro direzioni. 


Disegni schematizzati allegati al brevetto

mercoledì 23 maggio 2018

Step#7 - Approfondimento : L'illuminazione nell'arte

I lampioni assumono piano piano la forma di “lanterna” per precise necessità tecniche : i quattro vetri che formano il tronco di piramide doveno proteggere la fiamma dal vento permettendo comunque che il lampione svolga la propria attività, così come il cappello superiore consente lo sfiato dei fumi , riparando il lampione dalla pioggia.
Un’evoluzione si verificherà nel XIX secolo : inizia ad essere utilizzata la luce elettrica e le lampade a gas vengono via via sostituite dalle lampadine, ma nonostante ciò molti pittori non si lasciano sfuggire l’occasione di imprimere sulla tela l’atmosfera creata dalle luci.



John Atkinson Grimshaw - A Street at Night (1876)
Honorè Daumier - The night walkers (1842)

Jakub Schikaneder - Compagnia in terrazza (1887) 

Van Gogh - Notte stellata sul Rodano (1888)


Gierymski Aleksander - Ulica nocą (1890)

Hassam -  Fifth Avenue Nocturne (1895)

Pissarro - Boulevard Montmartre di notte (1897)




Balla - Lampada ad arco (1909-1911)
Ho voluto inserire in questo approfondimento anche il tecnico del Comune di Torino, Rodolfo Marasciuolo, il quale si occupa della cura dei parchi cittadini .
Le sue varie creazioni artistiche si inseriscono all'interno dei parchi della città ma con una peculiarità: egli sostiene infatti che le persone non si debbano abituare a vedere le opere sempre negli stessi posti e così, per sua volontà, passato un pò di tempo egli le fa spostare. 
Di seguito ho allegato una foto di una delle sue opere che si trova nel Parco Del Valentino, i famosi "Lampioni innamorati".
Rodolfo Marasciuolo - I lampioni innamorati , Parco Del Valentino, Torino.

lunedì 21 maggio 2018

Step#7 - Approfondimento : Illuminazione a Torino


I SECOLI XVII E XVIII
L'illuminazione pubblica che caratterizzava Torino alla fine del XVII secolo era certamente basata su un sistema piuttosto primitivo consistente in gabbie di tela incerata, entro cui – su un piattello di latta - bruciava olio o sego. 
Un’importante trasformazione fu però portata avanti dall’architetto Francesco Valeriano Dellala di Beinasco che progettò un tipo di illuminazione che poteva competere con i sistemi di illuminazione allora in vigore a Parigi, Londra, Napoli, Madrid e Vienna: 625 lanterne, di cui 212 a 4 fiamme, 63 a 3 fiamme e 350 a 2 fiamme, parte a olio, parte a sego.
L'anno successivo il capitano Giuseppe Ruffino fece applicare alle lampade un lucignolo di sua invenzione “il quale produce un risplendente lume senza formare né fumo, né odore, né ventilazione, né carbone”.
L’evoluzione del sistema di illuminazione pubblica di Torino subisce, poi, un impulso ad opera della Reale Accademia delle Scienze, la quale bandisce nel 1789 un concorso perché si trovassero dei mezzi adatti ed efficaci per illuminare di notte le vie di Torino : l’esito non fu quello sperato a causa delle preoccupazioni che lo scoppio della Rivoluzione francese aveva portato in città.



IL SECOLO XIX

E’ durante la prima metà dell’Ottocento che il gas giunge a Torino, in particolare nel 1822 viene illuminato con lampade a gas il caffè del sig. Gianotti in piazza San Carlo. In pochi decenni venne fatto costruire il gasometro di Porta Nuova e piazza Castello, piazza Vittorio, Via Po… furono illuminate.
Intanto avevano inizio le prime prove per l'impiego dell'energia elettrica come impianto di illuminazione. Dopo molti tentativi ed esperimenti, soltanto nel 1880, per opera di Thomas Edison, si ebbero le prime lampade commerciali a filamento incandescente. 
Nel 1879 il piemontese Alessandro Cruto, coetaneo dell’americano Thomas Edison e suo concorrente nell’invenzione della lampadina elettrica, si recò al Museo Industriale di Torino per assistere ad una conferenza del prof. Ferraris sull’illuminazione con la lampada a incandescenza: dalla conferenza Cruto intuì quali potessero essere i limi della lampadina Edison e nel suo laboratorio di Piossasco riuscì a creare dei filamenti di carbonio molto più resistenti di quelli di Edison : è il 5 marzo 1880 e utilizzando la corrente elettrica prodotta da una batteria di pile Bunsen, il piemontese accese la sua prima lampada ad incandescenza nel Laboratorio di Fisica dell’Università di Torino .
Nel 1885 nacque ad Alpignano (TO) la prima Fabbrica di Lampade elettriche prodotte da Cruto. 
In pochi anni fu inaugurato il primo impianto di illuminazione elettrica a Torino in piazza Carlo Felice e nel 1884 le Ferrovie illuminarono elettricamente la stazione di Porta Nuova. 
Due anni dopo furono illuminate via Po, via Roma, piazza San Carlo e piazza Vittorio Emanuele. L'impianto comprendeva 29 lampade ad arco da 800 candele e 120 lampade ad incandescenza da 50 candele.
Nel 1891 la Società Piemontese di Elettricità assunse il servizio di illuminazione pubblica delle strade principali con circa 300 lampade ad arco.

IL SECOLO XX
Nel 1911, durante l'Esposizione, fu sperimentato un impianto di illuminazione con lampade in serie per i corsi Cairoli e Massimo D'Azeglio e qualche anno più tardi il Comune subentrò alla Società Piemontese di Elettricità nella gestione degli impianti.
Nel 1919 l'ingegnere Guido Peri ebbe l'incarico di studiare un progetto generale per il rinnovamento della pubblica illuminazione della città. Nonostante le difficoltà che si dovettero affrontare in quel periodo del dopoguerra, nel 1924 l'impianto fu portato a termine e Torino poteva finalmente vantare il servizio di illuminazione pubblica più moderno e ricco di tutte le città italiane. Dagli anni Trenta agli anni Cinquanta Torino diventò una delle città europee all'avanguardia nella illuminazione pubblica. In particolare dal 1931 al 1937 fu realizzato il nuovo impianto di illuminazione di Via Roma con due tipi di lampioni: il Settecento grande tra piazza San Carlo e Piazza Castello e le lanterne tronco-piramidali Novecento nel tratto razionalista. Dopo il 1945 i tecnici comunali furono impegnati nell'opera di ricostruzione, con impianti realizzati sulla falsariga di quelli precedenti. 
Nel 1961 i preparativi per le celebrazioni del centenario dell'Unità d'Italia diedero un grande impulso al miglioramento dell’illuminazione pubblica sia nell'area espositiva, sia nel resto della città e per l'occasione numerosi ed innovativi impianti furono installati. Torino cominciò così ad essere definita nuova Ville lumière e, proprio a partire dagli anni sessanta, l'illuminazione pubblica rivelò per la prima volta un risvolto artistico, come dimostrarono i giochi di luce delle fontane e i suggestivi scorci del Parco del Valentino .




Un tratto di via Roma con
 i lampioni Settecento Grande
anni '30


I funghi di piazza 
della Repubblica
anni '60


  
Lampioni denominati Il Cairo
al Parco Michelotti 
anni '60

Corso Vittorio Emanuele II
illuminato negli anni '60 
con i tipici lampioni siringa




Vista di Piazza Vittorio e della Mole dal Monte dei Cappuccini











































FONTI:
-Wikipedia
-Fondazione Neri - Museo italiano Della Ghisa

ALCUNI RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI :
Giovanni Battista Borelli, Editti Antichi e Nuovi, Torino, Bartolomeo Zappata, 1681.

Alberto Virgilio, Torino e i Torinesi, Torino, Lattes, 1898.

Guido Peri, L'illuminazione pubblica di Torino nell'ultimo decennio, Torino, Rassegna Torino, 1934.

Guido Chiarelli, L'illuminazione pubblica di Torino, Torino, Rassegna Torino n. 11, 1938.

Enrico Penati, 1837 - Luce a gas -Una storia che comincia a Torino, Torino, 1972.

Chiara Aghemo, Luigi Bistagnino, Chiara Ronchetta, Illuminare la città. Sviluppo dell'illuminazione pubblica a Torino, Torino, Celid, 1994.

Alessandro Guido Actis, Marco Bodo, Mario Broglino, Torino di Luce, Pinerolo, Alzani, 2006.

Le Luci di Torino, articolo di Lidia Chiarelli, La Stampa TorinoSette, 11 marzo 2011.