lunedì 21 maggio 2018

Step#7 - Approfondimento : Illuminazione a Torino


I SECOLI XVII E XVIII
L'illuminazione pubblica che caratterizzava Torino alla fine del XVII secolo era certamente basata su un sistema piuttosto primitivo consistente in gabbie di tela incerata, entro cui – su un piattello di latta - bruciava olio o sego. 
Un’importante trasformazione fu però portata avanti dall’architetto Francesco Valeriano Dellala di Beinasco che progettò un tipo di illuminazione che poteva competere con i sistemi di illuminazione allora in vigore a Parigi, Londra, Napoli, Madrid e Vienna: 625 lanterne, di cui 212 a 4 fiamme, 63 a 3 fiamme e 350 a 2 fiamme, parte a olio, parte a sego.
L'anno successivo il capitano Giuseppe Ruffino fece applicare alle lampade un lucignolo di sua invenzione “il quale produce un risplendente lume senza formare né fumo, né odore, né ventilazione, né carbone”.
L’evoluzione del sistema di illuminazione pubblica di Torino subisce, poi, un impulso ad opera della Reale Accademia delle Scienze, la quale bandisce nel 1789 un concorso perché si trovassero dei mezzi adatti ed efficaci per illuminare di notte le vie di Torino : l’esito non fu quello sperato a causa delle preoccupazioni che lo scoppio della Rivoluzione francese aveva portato in città.



IL SECOLO XIX

E’ durante la prima metà dell’Ottocento che il gas giunge a Torino, in particolare nel 1822 viene illuminato con lampade a gas il caffè del sig. Gianotti in piazza San Carlo. In pochi decenni venne fatto costruire il gasometro di Porta Nuova e piazza Castello, piazza Vittorio, Via Po… furono illuminate.
Intanto avevano inizio le prime prove per l'impiego dell'energia elettrica come impianto di illuminazione. Dopo molti tentativi ed esperimenti, soltanto nel 1880, per opera di Thomas Edison, si ebbero le prime lampade commerciali a filamento incandescente. 
Nel 1879 il piemontese Alessandro Cruto, coetaneo dell’americano Thomas Edison e suo concorrente nell’invenzione della lampadina elettrica, si recò al Museo Industriale di Torino per assistere ad una conferenza del prof. Ferraris sull’illuminazione con la lampada a incandescenza: dalla conferenza Cruto intuì quali potessero essere i limi della lampadina Edison e nel suo laboratorio di Piossasco riuscì a creare dei filamenti di carbonio molto più resistenti di quelli di Edison : è il 5 marzo 1880 e utilizzando la corrente elettrica prodotta da una batteria di pile Bunsen, il piemontese accese la sua prima lampada ad incandescenza nel Laboratorio di Fisica dell’Università di Torino .
Nel 1885 nacque ad Alpignano (TO) la prima Fabbrica di Lampade elettriche prodotte da Cruto. 
In pochi anni fu inaugurato il primo impianto di illuminazione elettrica a Torino in piazza Carlo Felice e nel 1884 le Ferrovie illuminarono elettricamente la stazione di Porta Nuova. 
Due anni dopo furono illuminate via Po, via Roma, piazza San Carlo e piazza Vittorio Emanuele. L'impianto comprendeva 29 lampade ad arco da 800 candele e 120 lampade ad incandescenza da 50 candele.
Nel 1891 la Società Piemontese di Elettricità assunse il servizio di illuminazione pubblica delle strade principali con circa 300 lampade ad arco.

IL SECOLO XX
Nel 1911, durante l'Esposizione, fu sperimentato un impianto di illuminazione con lampade in serie per i corsi Cairoli e Massimo D'Azeglio e qualche anno più tardi il Comune subentrò alla Società Piemontese di Elettricità nella gestione degli impianti.
Nel 1919 l'ingegnere Guido Peri ebbe l'incarico di studiare un progetto generale per il rinnovamento della pubblica illuminazione della città. Nonostante le difficoltà che si dovettero affrontare in quel periodo del dopoguerra, nel 1924 l'impianto fu portato a termine e Torino poteva finalmente vantare il servizio di illuminazione pubblica più moderno e ricco di tutte le città italiane. Dagli anni Trenta agli anni Cinquanta Torino diventò una delle città europee all'avanguardia nella illuminazione pubblica. In particolare dal 1931 al 1937 fu realizzato il nuovo impianto di illuminazione di Via Roma con due tipi di lampioni: il Settecento grande tra piazza San Carlo e Piazza Castello e le lanterne tronco-piramidali Novecento nel tratto razionalista. Dopo il 1945 i tecnici comunali furono impegnati nell'opera di ricostruzione, con impianti realizzati sulla falsariga di quelli precedenti. 
Nel 1961 i preparativi per le celebrazioni del centenario dell'Unità d'Italia diedero un grande impulso al miglioramento dell’illuminazione pubblica sia nell'area espositiva, sia nel resto della città e per l'occasione numerosi ed innovativi impianti furono installati. Torino cominciò così ad essere definita nuova Ville lumière e, proprio a partire dagli anni sessanta, l'illuminazione pubblica rivelò per la prima volta un risvolto artistico, come dimostrarono i giochi di luce delle fontane e i suggestivi scorci del Parco del Valentino .




Un tratto di via Roma con
 i lampioni Settecento Grande
anni '30


I funghi di piazza 
della Repubblica
anni '60


  
Lampioni denominati Il Cairo
al Parco Michelotti 
anni '60

Corso Vittorio Emanuele II
illuminato negli anni '60 
con i tipici lampioni siringa




Vista di Piazza Vittorio e della Mole dal Monte dei Cappuccini











































FONTI:
-Wikipedia
-Fondazione Neri - Museo italiano Della Ghisa

ALCUNI RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI :
Giovanni Battista Borelli, Editti Antichi e Nuovi, Torino, Bartolomeo Zappata, 1681.

Alberto Virgilio, Torino e i Torinesi, Torino, Lattes, 1898.

Guido Peri, L'illuminazione pubblica di Torino nell'ultimo decennio, Torino, Rassegna Torino, 1934.

Guido Chiarelli, L'illuminazione pubblica di Torino, Torino, Rassegna Torino n. 11, 1938.

Enrico Penati, 1837 - Luce a gas -Una storia che comincia a Torino, Torino, 1972.

Chiara Aghemo, Luigi Bistagnino, Chiara Ronchetta, Illuminare la città. Sviluppo dell'illuminazione pubblica a Torino, Torino, Celid, 1994.

Alessandro Guido Actis, Marco Bodo, Mario Broglino, Torino di Luce, Pinerolo, Alzani, 2006.

Le Luci di Torino, articolo di Lidia Chiarelli, La Stampa TorinoSette, 11 marzo 2011.


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